Progetto Caspio

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L'accordo intervenuto fra la Repubblica del Kazakhstan, Agip, British Gas, BP-Statoil, Mobil, Shell, Total e la società di Stato Kazakhstancaspishelf (KCS) con una partecipazione paritetica del 14,3%, è relativo all'esplorazione ed eventuali sviluppo e messa in produzione di un'area di circa 6000 chilometri quadrati nel nord del Mar Caspio. L'accordo fa seguito a quello firmato dalle stesse compagnie con la compagnia di Stato "Kazakhstancaspishelf" (KCS) nel dicembre 1993, che ha dato il via ad uno dei più grandi rilievi sismici mai effettuati al mondo, rilevando ben 26.180 km di linee sismiche nel Nord del Caspio e giungendo ad identificare varie strutture minerarie molto promettenti.
Sulla base di questi risultati sono stati selezionati 12 blocchi, oggetto del nuovo accordo.
Gli investimenti per la messa in produzione dei giacimenti potranno superare i 20 miliardi di dollari e le compagnie straniere, oltre ad acquisire una quota rilevante delle riserve, potranno recuperare i costi sostenuti dalla vendita degli idrocarburi prodotti in proporzione alla loro quota di partecipazione.
La profondità delle strutture (oltre i 4000 metri), le altissime pressioni, le difficili condizione climatiche (in quest'area il Caspio gela per più di cinque mesi all'anno) e le conseguenti difficoltà logistiche sono solo alcune delle sfide che i partners si trovano ad affrontare.
La più grande delle strutture individuate, quella denominata Kashagan (60 chilometri di lunghezza, 20 di larghezza e 1000 metri di spessore), potrebbe risultare il più vasto giacimento di tutto il Kazakhstan e uno dei più grandi al mondo.
Il progetto Caspio apporterà notevoli benefici sia alle compagnie che vi hanno investito, in termini di aumento della produzione e delle riserve, sia al Kazakhstan, in termini di trasferimento di nuove tecnologie, addestramento e formazione del personale con nuove possibilità di impiego e ulteriori investimenti che stimoleranno lo sviluppo dell'economia locale.
L'investimento già effettuato dai partners nell'arco di questi primi tre anni ammonta a oltre 300 milioni di dollari. L'Agip, oltre a partecipare al rilievo sismico, ha provveduto anche ad organizzare e condurre l'addestramento del personale tecnico kazako e, insieme agli altri partners, ha realizzato studi di impatto ambientale, sviluppato infrastrutture, uffici in Almaty, Atyrau e Aktau, una base logistica e di stoccaggio, un centro di elaborazione dati ad Atyrau, due impianti di desalinizzazione (uno a Bautino e uno ad Atash), una fabbrica per inscatolare il pesce a Bautino, un allevamento del pesce ad Atyrau. Oltre a questo, sono stati realizzati anche alcuni piccoli progetti di miglioramento del sistema di riscaldamento di Atyrau, dei due aeroporti di Atyrau e Aktau, dei centri di dialisi e dentistici locali, nonché diverse sponsorizzazioni e donazioni di computers e libri alle scuole locali.
Il presidente dell'Eni Guglielmo Moscato, commentando i due accordi, ha dichiarato: "Siamo molto orgogliosi di essere stati fra gli iniziatori di questi due grandi progetti in Kazakhstan.
Era da tempo che volevamo dare nuova vita al giacimento di Karachaganak e siamo particolarmente felici di raggiungere questo traguardo insieme al varo del primo progetto offshore in Kazakhstan. Questo secondo progetto rappresenta il primo tentativo di svelare le ricchezze nascoste del Nord del Caspio e costituisce un grande passo avanti per l'industria petrolifera kazaka.
Entrambi i progetti riguardano giacimenti considerati supergiant, il cui sviluppo potrà contribuire alla crescita economica di questo grande Paese, consentendo all'Eni un'affermazione di grande prestigio internazionale con una forte valorizzazione dei propri assets.

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