L’uomo a una dimensione_




Che complesso microcosmo quello dei general contractor nell’oil and gas... Un business a sè, pieno di carte e contratti, corrispondenze con clienti, fornitori, responsabili al montaggio, manager, infinite risorse umane le quali provenienti da molti Paesi diversi (se India e Thailandia ancora meglio, ma non per tutti le mansioni); solo questo ufficio di filiale estera conta una ventina tra segretarie, impiegate nel personale, nella contabilità, nelle paghe e nei contratti; in cantiere altre centinaia tra operai, capicantiere, impiegati negli uffici, trasportatori, ingegneri d’ogni specializzazione. Come quella russa, la società kazaka è gestita da donne molto abili e ordinate nel settore terziario oltrechè in quello commerciale. Sempre molto pulite, eleganti e piacevoli, portano sulle proprie spalle dieci ore di attività giornaliera, con una sola pausa pranzo. E’ il core del business che lo richiede, il Ministero del lavoro kazako autorizza questa eccezione sindacale a favore delle compagnie straniere dell’Oil and Gas perchè le relative attività non possono beneficiare di lunghe soste produttive, inoltre devono poter contare su un servizio di smistamento contatti e su una continua elaborazione dati che non consentono molte ferie. In Kazakistan l’Oil and Gas è il settore dove, non senza sacrifici, si fa carriera e molti soldi, non di rado mi capita di conoscere ragazze molto ben vestite e dal perfetto inglese le quali sono passate dalla KazMunaiGas all’Agip fino alla Chevron o viceversa. Il dualismo tra denaro e persone è un vortice inarrestabile che soffia su Atyrau. Infatti, il motivo per cui Gaukhar, giovane addetta nel personale, proviene da Aksai è semplicemente legato al fatto che la stessa compagnia per la quale lavora si è spostata da Aksai a qui. E così via...

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