Design rivoluzionario_




Quando studiavo il russo all’università, ebbi una simpatica discussione con la mia professoressa Vera Ieraci, con la quale non andavo d’accordo sul termine da coniare sull’arredamento in stile sovietico. Pur non disdegnandolo affatto, io ritenevo che esso fosse da definirsi kitch in quanto scadente riproduzione dell’arredamento occidentale, tanto nei materiali quanto nella scelta dei colori. La prof insisteva nel conferire maggior prestigio a questo tipo di design e a chiederci di chiamarlo stile retrò. Crollata l’Unione sovietica, oggi il grosso successo delle cucine, dei mobili e dei frigoriferi italiani in Russia è una realtà e forse, almeno in parte, depone a favore della mia tesi. Tornando al nostro Kazakistan, sono stato in un ristorante di cucina tipica russo-kazaka, gentile serata offerta da un capocantiere e dal responsabile finance della branch. Lo stile interno è un misto tra il gitano e l’elegante ortodosso, mi ricorda un grand hotel della Mosca brezhneviana degli anni Settanta, dove dormii nel 2001. Il ristorante era tutto un sistema di tende ricamate a ghirigori dorati, lignee colonnine ioniche tappezzate con festoni argentati. Ma la parte più caratteristica è una pista da ballo che manda luci da tutti gli angoli... Abili contorsioniste e frenetici ballerini vi hanno danzato balli tipici nazionali, mi è piaciuto molto. Chi mi conosce lo sa: a tavola sono un avventuriero, mi chiamano l’Indiana Jones della forchetta, il Messner del piatto strano, il Nosferatu del gusto... “Devushka, pozhalusta, mne nuzhna probavat vashaja kazakaja kuchnja. Chto vy podskazivaete minjè?” “Podazhdite u posmotrì!” (“Signorina, per favore, ho bisogno di assaggiare la vostra cucina kazaka. Cosa mi suggerite?”, “Aspetti e vedrà!” mi ha risposto la cameriera, volto nipponico e capelli tinti di biondo – nessuna paura, non è un’emigrata del Sol Levante, è solo kazaka, qui hanno tutti gli adorabili occhi a mandorla!). Mi arriva della lingua di cavallo affettato e servita in tre modi diversi: in gelatina, a rondelle e a fettine lunghe affumicate. Carne tenera e magra, mi sono letteralmente scialato (this term it’s not Russian, just fuckin Calabrian!).

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